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allo “Scioglilingua” del Corriere della Sera in rete:
inequo al posto di iniquo
Spesso al posto dell'aggettivo "iniquo" viene usato "inequo". Lo si può accettare?
(Firma)
Risposta dell’esperto:
De Rienzo Giovedì, 04 Marzo 2010
No.
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“Inequo”, a nostro modesto avviso, si può accettare (non da incoraggiarne l'uso, comunque) anche se non è attestato nei vocabolari. Perché si può accettare? Perché è formato con il prefisso negativo“in” (non) e l’aggettivo “equo”: “non equo”, quindi... inequo. Si trova anche in alcuni libri:
Adriana Diomedi - 2005 - 177 pagine
Se inequo è il livello del dono divino, eque sono invece le aspettative morali, evocate ad esaltazione della personalità federiciana e che al di là ...
Italy giunta per la inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agric - 1881
Qui regge la mezzadria sovranamente, ed è piuttosto lodata come moralizzatrice. Però il patto delle tasse fondiarie alla metà, è così inequo e vessatorio ...
Mario Ambel, Patrizia Faudella - 2001 - 127 pagine
(Tema di carattere generale) "...il mondo d'oggi è inequo verso i deboli..." (Tema di carattere generale) ...
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Avere la coscienza come il cane di ser Corniola
Questo modo di dire - ormai desueto, per la verità - si ‘tira in ballo’ quando si vuole mettere in evidenza, ironicamente, il fatto che una persona vuole campare alle spalle degli altri. La locuzione è tratta da una novella (fiorentina?) che narra di un certo messer Corniola, poverissimo, la cui unica ricchezza era l’amore per il suo fidato cane. La miseria, però, costringeva i due a lunghissimi e sospirosi digiuni. La bestiola, per natura, “non ci stava” e la sera si intrufolava nelle case cercando di rubacchiare il cibo per sé e per il suo padrone. Questi - alla vista di tanto ben di Dio - non si chiedeva da dove provenisse tutto quello che metteva sotto i denti. La cosa si seppe in giro e tutti si meravigliarono della ‘coscienza’ del cane di ser Corniola tanto che ne fecero, appunto, il detto “avere la coscienza come il cane di ser Corniola”.